Di Camilla Tettoni
Tutti conosciamo la storia narrata in Alice nel paese delle meraviglie, ovvero le avventure di una bambina alle prese con un mondo fantastico, colmo di magia e di buffi personaggi. Recentemente, presa da una grande curiosità, ho voluto scoprire chi si celasse dietro la curiosa Alice, una delle mie eroine predilette. Ebbene, la storia che sto per raccontarvi forse non vi è nota: preparatevi ad una metanarrazione. Scriverò le avventure della vera Alice, al secolo Alice Liddell.
Si racconta che un lontano pomeriggio di due secoli fa tre bambine, Alice, Edith e Lorina, fossero accompagnate da due reverendi, Charles Lutwidge Dodgson e Robinson Duckworth, in una gita tra Folly Bridge (a Oxford, dove i due adulti insegnavano) e il borgo di Godstow. Dodgson, per rallegrare le bambine dal caldo estivo, cominciò ad improvvisare una storia. Al centro della narrazione figura una bambina annoiata che, sulla riva di un fiume, viene distratta dal passaggio di un coniglio bianco con l’orologio nel panciotto. Le avventure vissute dalla giovane protagonista piacquero tantissimo alla vera Alice, che chiese al reverendo di mettere per iscritto il racconto. Nel novembre dello stesso anno Alice Liddell ricevette in regalo per Natale un quaderno verde dal titolo Le avventure di Alice sottoterra. Il libricino riscosse molto successo anche tra gli amici di Dodgson, tanto che decise di pubblicare il romanzo nel 1865 con l’editore MacMillan utilizzando uno pseudonimo, Lewis Carroll. L’ editio princeps conteneva parti aggiuntive rispetto al quaderno regalato alla piccola Alice: oltre alle illustrazioni realizzate da John Tenniel, fu introdotto il personaggio del Cappellaio Matto (ispirato ad un orologiaio di Oxford, che era solito passeggiare con un cilindro in testa) e il personaggio dello Stregatto (nell’edizione originale chiamato “Gatto del Cheshire”, contea di origine dello scrittore). Il successo del libro fu tale che il reverendo si dedicò alla composizione del sequel, Attraverso lo specchio e quel che Alice provò, edito nel 1871. Il rapporto tra Dodgson e Alice Liddell continuò per vari anni: lo scrittore, appassionato di fotografia, scattò diversi ritratti alla giovane protetta. All’improvviso, però, il gelo: la famiglia interruppe tutti i rapporti con Dodgson, proibendogli di vedere la figlia. Alcuni hanno ipotizzato un malsano rapporto fra il reverendo e la bambina, secondo altri in realtà ad essere coinvolte erano la sorella maggiore di Alice, Lorina, o la governante. La piccola musa di Dodgson non lo ringraziò mai, nemmeno quando ricevette in dono la prima edizione di Alice nel Paese delle Meraviglie. Non lo invitò né al proprio matrimonio, né al battesimo dei suoi figli. Fu il caso a farli incontrare, anni dopo, nel 1888: sul proprio diario lo scrittore disse di aver vissuto l’incontro con un profondo imbarazzo, di non aver riconosciuto Alice perché profondamente cambiata. La bambina desiderosa di sentire storie era cresciuta, era una donna sposata: studiosa di arte, prima di convolare a nozze aveva fatto il Grand Tour d’Europa con le amate sorelle, Lorina ed Edith, le stesse che anni prima avevano preso parte alla gita in cui si erano gettate le basi per la creazione della fortunata storia. Alice Liddell mantenne per anni il silenzio riguardo il suo ruolo nella nascita del libro. Quando il marito morì, nel 1926, gli affari andavano malissimo: Alice si ritrovò costretta a vendere il manoscritto Le avventure di Alice sottoterra, ottenendo in cambio un compenso altissimo. Dopo che si seppe pubblicamente che aveva ispirato Carroll, fu invitata nel 1932 negli Stati Uniti, per festeggiare il centenario della nascita di Dodgson, morto nel 1898. Ricevuta la laurea honoris causa in Lettere alla Columbia University di New York, partecipò a vari caffè letterari, firmò (in patria e all’estero) diverse copie del libro – tra i suoi ammiratori vi fu anche la regina Elisabetta, che all’epoca aveva solo sei anni. Venne a mancare nel 1934, e prima di morire riuscì ad assistere alla proiezione del film Alice in Wonderland.
Curioso vedere come il desiderio di rallegrare dal caldo estivo delle bambine in gita abbia potuto portare alla creazione di un’opera di grande successo. A distanza di più di un secolo e mezzo dalla prima pubblicazione, tutti conoscono le avventure della piccola Alice. Sono convinta che la sua storia continuerà ad essere narrata nei secoli a venire, favorendo la fantasia e l’immaginazione di numerose generazioni di figli e di genitori.
