“Shantaram”: il libro più bello che io abbia mai letto

Di Camilla Tettoni

Quest’estate ho letto diversi libri sotto l’ombrellone. Ho trovato Shantaram un po’ per sbaglio, nell’edicola del piccolo paesino sardo dove ho la fortuna di andare in vacanza ogni anno da quando sono molto piccola. Se devo essere onesta, la prima cosa che mi ha colpita è stato il numero delle pagine. 1200 pagine. Ho un debole per i libri grandi, per le storie che non finiscono. Credo che in questo modo l’illusione duri di più. Nel caso di Shantaram, poi, non è un’illusione: è una storia incredibilmente vera.

Questo meraviglioso libro parla di un uomo evaso da una prigione australiana. Dall’Australia, tramite mezzi di fortuna, arriva in India, a Bombay. Il romanzo di Gregory David Roberts è una vera e propria esaltazione del cuore dell’India, dell’anima dell’India. Mentre lo si legge, non si può fare a meno di camminare nelle vie di Bombay, di avvertirne i sapori e i profumi, la sporcizia e la purezza, gli hotel eleganti e gli slum di baracche. Shantaram è un romanzo appassionante, un classico che bisogna assolutamente leggere. L’ho chiamato classico, ma più che classico bisognerebbe definirlo “fuori dalle righe”. I personaggi incontrati dal protagonista, le avventure vissute, le azioni intraprese, le amicizie e gli amori, la lotta in Afghanistan, i misfatti in India, le vacanze a Goa, contribuiscono a rendere il libro un’esperienza unica, sui generis.

La verità è che ogni singola pagina del romanzo invoglia a continuare, a non fermarsi. Tutto ciò che accade è assolutamente inaspettato eppure, come confermato dallo stesso autore, è tutto vero. Qualche personaggio non è esistito, e non voglio rivelarvi chi. Credo sia un viaggio che dovrete fare da soli dopo che i vostri occhi ambrati, la vostra pelle scura, i vostri capelli neri, il vostro cuore indiano, la vostra mente “criminale” sono tornati ad assomigliare a voi. Solo quando si chiude il romanzo e si poggia sul comodino si torna ad essere chi siamo. Mentre lo si legge, camminiamo col protagonista sulle strade disastrate delle periferie o tra templi antichi e altamente venerati, prendendo le sembianze di un amico fidato, a cui il narratore racconta la sua storia.

Non si può non amare l’India dopo questo libro. Un’altra lettura che vi consiglio, sempre sull’India, è di un autore indiano – Roberts è australiano, invece -, Amitav Ghosh. La sua trilogia della Ibis (Mare di Papavero, Il fiume dell’Oppio e Diluvio di Fuoco) immerge il lettore in un’altra epoca, l’India al tempo della colonizzazione britannica. L’India al tempo del conflitto con la Cina per il possesso dell’oppio. Anche quello, un viaggio bellissimo, lungo, accidentato, avventuroso. Ho avuto il grandissimo privilegio di andare in India per qualche tempo diversi anni fa, e posso confermare che Bombay è tutto questo, e di più. Un mistero impossibile da risolvere, meraviglioso nella sua enigmaticità.

Una piccola chicca: un anno fa è uscita la serie tv basata su Shantaram, ed è disponibile su Apple TV+.

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