Il testamento letterario di Andrea Camilleri
Di Camilla Tettoni
è un gioco tinto, quello dei ricordi, nel quale finisci sempre col perdere…
“Riccardino” è molto più di un semplice romanzo poliziesco; è un commosso addio a un’icona letteraria e un omaggio vibrante alla maestria narrativa di Andrea Camilleri. Questo volume, pubblicato postumo nel 2020 da Sellerio, rappresenta l’ultimo capitolo della celebre saga di Salvo Montalbano, il tenace commissario di Vigata.
Il libro inizia con una chiamata misteriosa alle prime luci dell’alba, che trascina Montalbano in un vortice di eventi apparentemente casuali, ma intrinsecamente legati alla sua stessa esistenza. La morte di Riccardino, l’uomo che lo ha chiamato scambiandolo per un amico (per errore o volutamente?) prima del tragico evento, scatena un’indagine che mette in luce non solo la complessità del crimine, ma anche il tormento interiore del commissario protagonista.
Ciò che rende “Riccardino” un’opera straordinaria è la sua capacità di superare i confini del genere. Camilleri introduce un elemento sorprendente: l’ingresso della televisione nella trama, con l’alter ego di Montalbano, l’attore che lo interpreta sullo schermo, nella forma di oracolo di Delfi. “Cosa farebbe l’attore per risolvere l’ inghippo?”, si chiede spesso il Montalbano letterario. Questa inaspettata sovrapposizione tra realtà e finzione aggiunge un livello di profondità psicologica al personaggio principale, che si ritrova coinvolto in una sorta di continuo confronto identitario.
Inoltre, l’autore stesso appare nel libro, un gesto audace e metaletterario che sottolinea l’interconnessione tra scrittore, personaggio e lettore. È un’idea sorprendente che conferisce al romanzo una dimensione ulteriore, trasformandolo in un’esperienza letteraria unica e coinvolgente.
L’edizione di Sellerio include sia la stesura del 2005 che quella del 2016 (l’autore non pensava di vivere così a lungo, scrive Camilleri nella breve prefazione). Nella seconda redazione il Vigatese, lingua inventata e altro personaggio fondamentale della saga di Salvo Montalbano, prende piede, permettendo ai lettori di cogliere la sottile evoluzione stilistica dello scrittore nel corso degli anni.
Il finale di “Riccardino” è aperto a molteplici interpretazioni, come un enigma che invita il lettore a riflettere sulla natura stessa della narrazione. Camilleri dimostra ancora una volta la sua abilità nel tessere trame intricate e nel creare personaggi indimenticabili.
Ci sono varie voci sul finale, su cosa succederà a Montalbano. Non ve ne smentirò neanche una, perché dare un finale giusto alla saga di Vigata non era facile ma vi assicuro che Andrea Camilleri ci è riuscito alla perfezione. “Riccardino” è certamente un testamento d’amore di Camilleri ai suoi lettori e al suo celebre detective. È un romanzo che va letto con la stessa passione e devozione che Montalbano riserva alle sue indagini. Una lettura avvincente e commovente che conferma il talento immortale di uno dei più grandi maestri del giallo contemporaneo.
