“Reality”: un film potente sull’integrità giornalistica e il prezzo del patriottismo

Recensione di un film basato su una storia vera, e molto attuale

Di Camilla Tettoni

Introduzione e Presentazione

Ho avuto l’opportunità di vedere “Reality” al cinema Quattro Fontane di Roma, con un’introduzione della regista Tina Satter e del giornalista Gabriele Niola. L’introduzione è stata illuminante, e ha fornito al pubblico le chiavi interpretative essenziali per comprendere appieno il film, che si basa interamente su un interrogatorio e i dialoghi reali dell’FBI. La cornice fornita dalla regista e dal giornalista ha aggiunto un ulteriore livello di profondità e contesto, permettendo di apprezzare meglio la complessità della storia.

Trama e Contesto

“Reality” racconta la storia di Reality Winner, una giovane ex analista dell’intelligence americana che, nel 2017, è stata arrestata per aver divulgato un documento riservato alla stampa. Il documento rivelava l’interferenza russa nelle elezioni presidenziali del 2016, che favorirono la vittoria di Donald Trump. Reality Winner, pur avendo tratti conservatori (passato nell’airforce e armi in casa), prova avversione verso Trump, e il suo gesto è motivato da un senso di patriottismo e dalla volontà di far sapere la verità all’intera popolazione americana. Tuttavia, questo le è costato cinque anni di reclusione. La sua vicenda torna attuale con le rivelazioni del 10 luglio 2024, nuovamente al centro dell’attenzione a ridosso delle nuove elezioni presidenziali americane. Secondo l’Ansa, infatti, l’intelligence russa starebbe nuovamente favorendo la vittoria di Trump alle prossime elezioni, questo l’articolo: https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2024/07/10/007-usa-russia-torna-in-azione-per-favorire-trump_43284d83-0cd3-4614-ab22-3e3a4fda9b98.html

La vera Reality Winner

Aspetti Geopolitici e Personali

Il film-documentario mi ha profondamente colpita. I riferimenti geopolitici sono numerosi e ben integrati nella narrazione. Una scena in particolare mi ha lasciato un’impressione duratura: Reality osserva una macchinina giocattolo, lasciata sulla strada, che ha sul cofano lo sticker di una bandiera confederata, simbolo di schiavitù e razzismo. Questa scena, seppur breve, evidenzia nettametne il contrasto tra il suo atto di ribellione e il contesto conservatore in cui vive, lo stato della Georgia (con un forte passato di segregazione razziale).

La bandiera confederata, simbolo di discordia e di razzismo

Un altro elemento che aggiunge complessità al personaggio di Reality è il fatto che possieda tre armi da fuoco in casa. Questo dettaglio, apparentemente in contrasto con il suo atto di divulgazione anti-Trumpiano e di conseguenza anti-conservatore, riflette la sua natura multifacetica e il contesto culturale in cui è cresciuta. Le armi, simbolo di sicurezza personale e di un certo patriottismo americano, sottolineano ulteriormente le contraddizioni e le pressioni che Reality deve affrontare.

Reality Winner in prigione

Analisi Cinematografica

Il film si presenta come un articolo giornalistico tradotto in chiave cinematografica con grande efficacia. Con una durata di poco meno di un’ora e mezza, la pellicola scorre veloce ed è coinvolgente, offrendo un ritratto di un’ America in cui la libertà di informazione è messa a dura prova e il sogno americano appare meno luccicante. La narrazione, interamente fattuale e veritiera, e non basata su dialoghi di fantasia ma su conversazioni registrate, crea un senso di autenticità e immediatezza, immergendo lo spettatore nei dilemmi morali e legali affrontati dalla protagonista.

Conclusione

La performance di Sydney Sweeney nel ruolo di Reality è stata magistrale. Durante il dibattito post-proiezione, è stato notato come le sue capacità attoriali abbiano finalmente prevalso sulla sua fisicità, che non è mai stata esibita nel film. “Reality” è sicuramente un film potente e stimolante, che offre una prospettiva critica sulla libertà di informazione e il prezzo del patriottismo nell’America contemporanea. La pellicola è stata molto apprezzata: ” ha ricevuto recensioni positive dalla critica alla Berlinale, con elogi rivolti alla regia di Satter e alle interpretazioni del cast (in particolare quella di Sweeney). Sul sito web dell’aggregatore di recensioni Rotten Tomatoes il film ha un raro indice di approvazione del 94%, basato su 9 recensioni critiche con una valutazione media di 8,4/10. Metacritic, che utilizza una media ponderata, ha assegnato un punteggio di 87 su 100, basato su 9 recensioni che indicano “il plauso universale” (Wikipedia).

La combinazione di una narrazione avvincente, un contesto sociopolitico rilevante e una performance attoriale eccezionale rende questo film un must-see per chiunque sia interessato a comprendere le complessità del nostro tempo, e delle vicine elezioni americane. Inoltre, la regia di Tina Satter (regista cinematografica esordiente, che prima del film ha diretto la versione teatrale della storia) è stata esemplare.

La locandina dello spettacolo teatrale, diretto dalla stessa regista e da cui il film ha preso spunto

Un pensiero su ““Reality”: un film potente sull’integrità giornalistica e il prezzo del patriottismo

Lascia un commento