Recensioni del terzo giorno della Festa
Di Camilla Tettoni
Il terzo giorno della mia partecipazione alla Festa del Cinema di Roma è stato condito da due anteprima stampa. The Dead Don’t Hurt è un western scritto e diretto da Viggo Mortensen, mentre Jazzy è un film che rientra nel genere dei “coming of age”, in quanto incentrato sulla crescita della sua protagonista, la piccola Jasmine. Entrambi raccontano un’ America differente da quella che siamo abituati a conoscere.
The Dead Don’t Hurt (diretto da Viggo Mortensen)

Mortensen ha scritto una trama che esce dalle convenzioni western cui siamo abituati. Al centro della pellicola, infatti, vi è Vivienne, una donna indipendente, rappresentata magistralmente dall’attrice Vicky Krieps. Alle sparatorie – seppur presenti – si sovrappongono l’idealismo e il forte senso di indipendenza della protagonista.
Viggo Mortensen interpreta Holger Olsen, un falegname di origine danese il quale rimane perdutamente affascinato dalla bellezza di Vivienne Le Coudy, franco-canadese, incontrata in terra americana. In un gioco temporale, che oscilla continuamente tra passato e presente (il quale assume le sembianze di futuro), la proiezione narra la storia personale di Vivienne bambina, cresciuta nei boschi canadesi sulle orme di Giovanna d’Arco, e di un Holger taciturno e pensieroso, profondamente turbato dalla precoce morte dell’ amata (non è uno spoiler in quanto ciò avviene nella prima scena del film) e dalle ingiustizie che l’hanno preceduta.

La morte di Vivienne è, quindi, il “la” narrativo dato alla storia per iniziare, e alternarsi tra ciò che è accaduto e ciò che accadrà, con nel mezzo il loro incontro e le loro vicissitudini, vissute fianco a fianco. Fattore determinante sarà la Guerra Civile (1861-1865), cui Olsen si unirà nelle fila della Union Army, per favorire la fine della schiavitù.
Un fattore che ritrovo con costanza nei film storici sta nella sapiente sovrapposizione del grande piano storico, al livello storico personale e familiare, così come analizzato nella recensione riguardante Under the Volcano. Questo film non si può definire propriamente storico in quanto rientra nel genere western, di per sé dunque romanzato e adattato alla descrizione di alcuni stereotipi propri degli abitanti delle prime lande americane.
The Dead Don’t Hurt uscirà nelle sale italiane il prossimo 25 ottobre. La prospettiva femminile risulta vincente, in una tematica solitamente paternalistica e violenta. Le turbolenze western rimangono, ma vengono viste con occhi nuovi e indagatori, in cui i concetti ritenuti visivamente impattanti risultano in secondo piano rispetto alla moralità sovrapposta. Per dirla in soldoni, è un western in cui non “fa figo” usare la pistola, e chi spara non è dalla parte dei buoni.
Il western era il genere di film preferito di mio nonno. Attraverso quei film, vedeva terre che non ha mai avuto modo di visitare. Il western gli ha fatto conoscere l’America, una parte di mondo a me molto cara, e sono felice di aver reso omaggio al mio amatissimo nonno Ugo andando a questa anticipata stampa. Secondo me sarebbe piaciuto anche a lui.
Jazzy (diretto da Morrisa Maltz)

Jazzy segue i passi della giovane protagonista, al secolo Jasmine, indagandone la profonda amicizia con Syriah. Le due appartengono alla stessa cultura, in quanto entrambe native americane. La forte coesione che le lega, viene a mancare a causa di un diverbio tra le madri, che le allontana.
L’allontanamento viene risolto da un chiarimento, ma persiste quando Syriah deve trasferirsi, lasciando Jazzy sola nel suo comprensorio, e nella sua scuola. La solitudine della protagonista causata dal senso di perdita della migliore amica lascia, pian piano, il posto ad una primo sentimento di indipendenza.

Jazzy scopre chi è senza il suo doppio, senza l’altra parte di sé, della propria identità, della propria cultura. Si ritrova ad essere ben inserita nel gruppo di classe, già in precedenza affettuoso nei suoi confronti ma, visivamente ed emotivamente, sempre sullo sfondo di un rapporto più grande ed unico, quello vissuto con Syriah.
Le due si rincontreranno ad un funerale, prima occasione in cui lo spettatore comprende appieno l’appartenenza identitaria comune delle due bambine. Il film continua, con la presenza della candidata al Premio Oscar Lily Gladstone nelle vesti della zia materna.

Insomma, una pellicola in cui si indaga il senso di protezione, amicizia, fiducia ed integrazione. Tema, quest’ultimo, molto interessante, soprattutto se visto in chiave di integrazione tra nativi americani e popolazione americana. Ad oggi, sul suolo americano vivono circa 10 milioni di nativi, alcuni dei quali soggiornano in riserve in cui le leggi federali degli Stati Uniti cessano di esistere. Questo in seguito a secoli di genocidio, giudicato da alcuni studiosi come il “peggiore della Storia“.
Il film, di prossima uscita, dura poco meno di un’ora e mezza. La visione regala allo spettatore una visione di un’ America diversa, ancestrale. L’interpretazione delle bambine, poi, è da lodare: l’attrice protagonista, Jasmine Shangreaux, ha ottenuto il premio presso il Tribeca Film Festival per la miglior performance.

Un pensiero su ““The Dead Don’t Hurt” e “Jazzy”: Due Nuove Anteprime della Festa Del Cinema”