Di Benedetta Vale
Molto più di un libro: quello di cui vi sto per parlare è un corso di recupero della creatività, la voce di un maestro che vi guida alla scoperta delle vostre potenzialità artistiche, consapevoli o inconsapevoli che siano. Julia Cameron, insegnante e poliedrica artista di successo, ne “La via dell’artista” consegna al lettore un concetto fondamentale: la creatività non è un esclusivo appannaggio degli artisti, ma di tutti gli esseri umani, grandi e piccoli…finché si è vivi si è creativi. Ognuno di noi può creare e questo è il più grande potere di cui l’uomo dispone. La creatività non riguarda nessuna attività nel dettaglio, ma un atteggiamento mentale, emotivo e spirituale con cui si affronta la la quotidianità, le relazioni, il lavoro (si, anche se di mestiere fai l’ingegnere). Sbloccare la creatività vuol dire liberare le intuizioni svuotando la mente dalla spazzatura intellettuale ed emotiva, superare il blocco dello scrittore o ancora reinventare la propria quotidianità guardandola, semplicemente, con nuovi occhi, o crearne una nuova, qualora quella attuale non ci soddisfacesse più. Julia Cameron propone non solo degli spunti di riflessione sull’arte e la creatività, ma una serie di attività pratiche delle quali, avendole provate sulla mia pelle, posso assicurare l’efficacia sorprendente; per citarne alcune: le pagine della mattina (3 pagine di flusso libero di scrittura attraverso le quali si compie un grande reset mentale, catarsi emozionale e un coraggioso atto di introspezione), gli appuntamenti con l’artista ( momenti di solitudine durante i quali dedicarsi ad attività piacevoli, come dipingere, una passeggiata nel verde o una sera al cinema) o ancora delle particolari lettere da dedicare a se stessi, proprio come farebbe un caro amico. L’autrice guida il lettore in un percorso che, se seguito con fiducia, porta alla scoperta e riscoperta di sè, ricorda l’importanza della solitudine e del gioco, i quali possono diventare la linfa vitale attraverso cui rinvigorire la relazione con la quotidianità, insegna al lettore a trattarsi con gentilezza e a concedersi lo spazio per attività piacevoli, come farebbe un genitore affettuoso con un figlio che sta appena scoprendo il mondo. Attraverso la lettura di questo libro è possibile riscoprire sensazioni tipiche dell’infanzia, come il senso di entusiasmo e di stupore che si ritiene ingiustamente incompatibile con la vita adulta, quando potrebbe rappresentarne un prezioso carburante. Ora più che mai, nell’epoca del digitale, è importante riscoprire le energie che si celano al di là dell’alienazione, mettersi in contatto col potere creativo e con le sue infinite potenzialità: un libro che insegna a prendersi cura di sé e a risvegliare il “bambino interiore” (a volte più saggio dell’adulto troppo serio, bloccato in una grigia e sterile quotidianità). Un libro che insegna a vedere la realtà a colori, o a dipingerla se necessario (sì, anche se di mestiere si fa l’ingegnere).

Un articolo dolce
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